Il primo “invito” risale al 2005, quando in Cambogia il governo lanciò un appello ai suoi allevatori di coccodrilli affinchè evitassero di venderli quasi appena nati, portandoli all’età adulta e sviluppando anche l’attività di macellazine e recupero dei pellami grezzi. Dopo quasi dieci anni, però, nulla è cambiato, il Governo di Phnom Penh continua a sollecitare un cambiamento di strategia, ma gli allevatori non riescono a sviluppare la loro attività, non avendo sufficienti risorse finanziarie, organizzative e tecniche. A dirlo è il presidente della Crocodile Development Division of the Fisheries and Administration, Heng Sovonnara. “I baby-coccodrilli sono esportati in Tailandia e Vietnam perché vengano fatti crescere sino all’età di almeno tre anni quando le pelli possono essere lucrose, mentre gli allevatori cambogiani si accontentano dei 12-14 dollari a capo del mercato perché hanno necessità di liquidi, anche se pochi, che gli permettano di sopravvivere”. (pt)
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