Era la fine di gennaio, vi raccontiamo su La Conceria n. 2, quando Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, uscendo da un incontro Palazzo Chigi, parlava del caro energia in termini bellici. “Ci sono aziende di comparti fortemente energivori, come pasta e calzature, sul piede di guerra per difendere lavoro e produzione, perché la situazione è tragica”. Il Governo sembra aver ascoltato le sue richieste. Perché il Consiglio dei Ministri del 18 febbraio ha votato all’unanimità due provvedimenti, con un impegno di spesa complessivo di 8 miliardi. Il primo testo intende frenare i rincari in bolletta per imprese e famiglie, nonché sviluppare fonti per energie rinnovabili e una politica industriale nazionale (con occhio specie all’automotive). Il secondo, complementare al primo, pone misure per il contrasto alle frodi anche sull’elettricità prodotta da impianti da fonti rinnovabili
Misure per il caro energia
“Mettiamo in campo quasi 8 miliardi, di cui 6 per l’energia, e lo facciamo senza rincorrere a nuovi scostamenti “, ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa. Questo non basta per dire che il problema è risolto, anzi. “Dobbiamo essere cauti perché ci sono rischi geopolitici che non potranno non influenzare la crescita”. Il riferimento è alle tensioni al confine tra Russia e Ucraina e alla possibilità che si impongano nuove sanzioni internazionali contro Mosca. “Le sanzioni dovrebbero essere efficaci, ma sostenibili”, ha ammonito Draghi, consapevole che l’Italia, più di ogni altro Paese comunitario, è dipendente dalla Russia dal punto di vista delle politiche energetiche.
Il prezzo che paghiamo
Il numero 2 – 2022 de La Conceria è un numero monografico sulla questione prezzi e rincari. Che, come vi spieghiamo, investe in primis la filiera della pelle. E, più in generale, l’industria della moda. Nell’ultimo anno è aumentato il prezzo dell’energia, certo. Ma anche quello delle commodities e dei trasporti.
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