L’ammodernamento e la digitalizzazione delle imprese della filiera della moda. Il reshoring. La formazione e la riqualificazione del personale, sia occupato che disoccupato. L’esito dell’incontro al Ministero per lo Sviluppo Economico (MiSE) è definito positivo dalle parti coinvolte. Da un lato del tavolo c’è il Governo, che ha spiegato che cosa prevede per il fashion system il documento programmatico per l’impegno dei fondi del PNRR. Dall’altro ci sono le associazioni datoriali, Confindustria Moda in primis, con CNA Federmoda e Confartigianato, e i sindacati. L’esito è stato positivo, dicevamo, perché le proposte dell’Esecutivo sono quelle giuste. Ma perché il Bello e Ben Fatto italiano riparta alla grande dalla pandemia serve più di quanto proposto dal Governo.
Il dialogo con il Governo
“Consideriamo queste misure un primo passo che supporta specialmente le realtà artigianali di dimensioni ridotte – commenta con Il Sole 24 Ore Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda –. È importante anche sostenere le nostre aziende nel rivedere i modelli di business”. In che senso? “La pandemia ha mostrato drammaticamente come piccolo e bello non sia più sufficiente. Bisogna ipotizzare delle agevolazioni che permettano alle nostre imprese di aggregarsi, fondersi o associarsi, in modo da poter rendere sempre più solide le strutture aziendali di queste realtà”.
Lavoro e strutture
I sindacati, dal canto loro, accendono i riflettori sulla necessità di tutelare i livelli occupazionali. Come? Attraverso la proroga di strumenti come il blocco dei licenziamenti e della CIG straordinaria. Marcolin, intanto, si concentra anche sulle strutture necessarie alle imprese per sfruttare le misure in via di elaborazione. “Per poter accedere ai fondi in arrivo – sono le sue parole –, è fondamentale creare delle commissioni tecniche che supportino le diverse realtà nella realizzazione dei progetti necessari. Questa è un’occasione unica e dobbiamo essere preparati per poterla valorizzare al massimo”.
Lo scenario economico
D’altronde, spiega il presidente di Confindustria Moda, lo scenario economico va già facendosi più favorevole. “La ripartenza diventa progressivamente più solida. Ci vorrà ancora tempo per tornare ai livelli pre-pandemia. Ma, lavorando congiuntamente come settore per valorizzare al massimo i fondi in arrivo e dialogando in maniera costruttiva e sinergica con il Governo – conclude –, crediamo che non solo potremo tornare ai livelli di prima, ma che cresceremo come mai prima d’ora”.
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