Nell’ultimo anno centinaia di paia di scarpe Nike mai indossate sono state rinvenute sulle coste di Bermuda, Bahamas, Irlanda, Inghilterra, Francia fino all’arcipelago scozzese delle Orcadi. È stato Gui Ribeiro, addetto alla pulizia delle spiagge dell’isola di Flores, nell’arcipelago delle Azzorre, nel settembre 2018, a incuriosirsi per questi ritrovamenti, raccogliendo, in pochi mesi, diverse paia di scarpe, di cui 60 paia col baffo Nike.
Che succede?
Troppe per essere frutto dell’inciviltà o di dimenticanze. Sette mesi dopo, a 2.250 km di distanza, in Cornovaglia, nel Regno Unito, Tracey Williams ha notato lo stesso fenomeno. Liam McNamara, della Contea di Clare (Irlanda), ha trovato oltre 100 paia di calzature, per lo più sneaker Nike. “In base alla ricerca che ho fatto – afferma Ribeiro alla BBC – tutto fa pensare che le scarpe potevano far parte del carico di 70-76 container della nave Maersk Shanghai, finiti in mare il 3 marzo, vicino la costa della Carolina del Nord”. Nessuna conferma da Nike ma due brand calzaturieri, Triangle e Great Wolf Lodge, hanno confermato che le paia recuperate sulle spiagge provenivano dal carico sulla Maersk Shanghai.
La spiegazione dell’oceanografo
Secondo l’oceanografo Curtis Ebbesmeyer, (citato dalla BBC), “un container può trasportare circa 10.000 sneaker. Per cui se tutti i 70 contenitori sbalzati in mare contenevano scarpe, ci sono 350.000 paia di calzature in mare”. Anche se causa di inquinamento marino, le paia disperse hanno un’utilità scientifica: “La comparsa delle scarpe permette di stabilire quanto velocemente si muovono le correnti” afferma Ebbesmeyer. Ma le curiosità non sono finite perché sempre secondo lo stesso ricercatore: “Le sneaker sinistra e quella destra reagiscono diversamente alle correnti, per cui finiranno in posti diversi: su alcune spiagge troverai solo sneaker di sinistra e su altre solo la destra”. (mv)