La riduzione delle emissioni di C02? È l’ennesima zavorra che peserà sui conti dell’industria europea, mentre la concorrenza procede senza ostacoli e ringrazia Bruxelles per il favore concesso. L’Unione Nazionale Industria Conciaria (Unic) ha inviato una lettera a tutti i neoeletti parlamentari europei e per conoscenza alle altre associazioni europee di settore, per sottolineare come il protocollo 2002/358/CE, che prevede la riduzione del 5% delle emissioni entro il 2020 (e che costringerà l’Italia a un carico aggiuntivo, dovendo scendere del 6,5%), varrà soltanto per l’Europa. Gli Stati Uniti, responsabili del 25% delle emissioni di gas serra, non hanno firmato il protocollo. India, Cina e molti altri Paesi in via di sviluppo ne sono esenti, in quanto considerati “non responsabili” nell’aver causato il problema. Il paradosso, evidenzia l’associazione, consiste nel fatto che i Paesi esentati sono responsabili del 40% delle attuali emissioni di gas serra. “Ciononostante, il nostro Paese ha accettato di partecipare al progetto europeo per definire le regole valide per calcolare l’impronta ambientale del settore conciario per le varie destinazioni d’uso – scrivono i conciatori – ma l’incertezza dei risultati è dovuta all’assenza di dati specifici, in particolare sui prodotti chimici, che pesano per il 50% dell’impatto e i cui produttori dovrebbero essere costretti a partecipare al progetto stesso”. (ag)
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