In Francia, per ridurre il deficit da 60,6 miliardi di euro, si paventa l’ipotesi dell’aumento delle tasse sulle grandi imprese, oltreché sulle persone più ricche. E, paradossalmente, non è una bella notizia per la filiera italiana.
Tassare le grandi imprese
Secondo le simulazioni del sito Ashurst, la proposta del Governo transalpino porterebbe nel 2025 l’aliquota delle imposte dal 25 al 31% per le imprese con un fatturato annuale compreso tra 1 e 3 miliardi di euro. E dal 25 al 36% per le imprese sopra i 3 miliardi. Per il 2026, poi, si prevede una riduzione, con l’aliquota che finirebbe rispettivamente al 28% e 31%. Secondo Bloomberg le aziende interessate sarebbero circa 440 (molte quelle della moda, da LVMH a Kering). Un altro provvedimento prevede che i riacquisti azionari della società siano soggetti a un’imposta dell’8% quando le azioni vengono poi annullate. Inoltre, si preparano tasse maggiori per circa 65.000 famiglie francesi. Questo perché è previsto un contributo eccezionale per i nuclei familiari fiscali il cui reddito superi i 250.000 euro o i 500.000 euro (a seconda che si tratti di un singolo contribuente o di una tassazione congiunta).
Le ripercussioni in Italia
Gli analisti si preoccupano delle conseguenze che potrebbe avere l’aumento delle tasse da parte del governo francese. Ciò si tradurrà, ad esempio, in utili inferiori per le imprese che, quindi, diventeranno meno attraenti per gli investitori di Borsa. È prevedibile anche la riduzione dei consumi dei ricchi, che dovrebbero rivedere il proprio tenore di vita. Ma il riverbero di questo provvedimento potrebbe colpire anche l’Italia. E in maniera significativa. Pensiamo solo alla filiera produttiva al servizio dei brand sotto controllo di società francesi: già stressate dalla crisi, le PMI conoscerebbero nuova pressione sui prezzi da parte di clienti interessati a tutelare i propri margini e mantenere inalterata la redditività, anche per questioni borsistiche. Senza sottovalutare che una leva per la riduzione dei costi, oltretutto, potrebbe essere il trasferimento delle produzioni in Paesi più convenienti. (mv)
In foto, da Wikipedia, l’Eliseo
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