Distretto della pelle sì, distretto della pelle no. In India fa discutere la decisione del Governo dell’Andhra Pradesh di creare un nuovo complesso industriale dedicato alla pelle, contro il quale i cittadini di diverse città sono scesi in piazza. Ma c’è anche chi, proprio grazie ai mestieri legati alla filiera della pelle, sta conoscendo uno storico riscatto sociale: i Mochi.
Pescatori contrari
Ad opporsi alla creazione del nuovo distretto sono i cittadini di Kota, Vakadu, Chittamur e Chillakur Mandals, i quali – come riporta il New Indian Express – hanno manifestato tutta la loro contrarietà nel corso di un’assemblea pubblica tenutasi a Gudur, dove i funzionari del Central Leather Research Institute hanno illustrato i vantaggi derivanti dalla nascita di un nuovo complesso industriale. L’iter è iniziato nel 2008, quando l’allora governo locale aveva immaginato la nascita del cluster nei pressi del porto di Krishnapatnam, su un’area vasta circa 2 chilometri quadrati. Successivamente, però, gli amministratori decisero di spostare il progetto a Kothapatnam per evitare qualunque rischio collegato all’inquinamento delle acque. E oggi, nonostante il via libera del comitato per il controllo dell’inquinamento arrivato lo scorso 20 luglio, a manifestare sono proprio le famiglie di chi vive grazie ai prodotti del mare e del fiume: i pescatori. “Non siamo contrari alla crescita industriale, ma temiamo che questo complesso possa danneggiare il territorio – ha spiegato al quotidiano indiano P Syamprasad Reddy, uno dei leader del movimento di protesta -. Siamo pronti a intensificare la nostra protesta qualora il governo non dovesse ritirare la sua decisione”. Nelle cinque città dove i cittadini sono scesi in piazza vivono circa 1.600 famiglia di pescatori, al fianco dei quali si è schierato U Prasad Gowd, ex esponente del governo locale: “Pescatori e agricoltori perderanno il loro sostentamento se il distretto della pelle verrà creato qui – sostiene – perché inquinerà l’intera area”.
Una nuova vita
Sono invece lacrime di felicità quelle apparse ,lo scorso 21 agosto, sul viso di 100 apprendisti artigiani appartenenti alla casta dei Mochi, storici artigiani calzaturieri dell’India del Nord ma anche categoria tra le più povere. A loro si è rivolto un programma di formazione lanciato dal Primo ministro Narendra Modi e ospitato presso la sede del Khadi and Village Industries Commission (KVIC) a Nuova Delhi. Nel presentare il progetto ai 100 artigiani selezionati il presidente della KVIC, Vinai Kumar Saxena, si è rivolto a loro chiamandoli “dottori della pelle“, una definizione che ha commosso la maggior parte dei presenti. “Abbiamo deciso di lanciare questo programma di sviluppo per artigiani del cuoio dedicato a questi piccoli produttori di scarpe, solitamente seduti lungo le stradine, con il quale forniremo loro prima una formazione adeguata e poi un moderno kit da calzolai del valore di 5.000 rupie (circa 63 euro) che comprende tutti i prodotti necessari per curare e abbellire le scarpe” ha spiegato Kumar Saxena. “Stiamo ottenendo un riconoscimento e un aiuto in termini di sicurezza che non abbiamo mai nemmeno sognato” ha spiegato ai media locali Ramsevak, uno dei 100 Mochi coinvolti nel progetto. La KVIC punta a distribuire 10.000 kit da calzolai entro la fine di quest’anno. (art)