Le restrizioni governative sui macelli illegali ha avuto immediato impatto sull’export dell’area pelle indiana. “H&M ed Inditex (Zara, ndr) ci hanno ridotto gli ordinativi perché temono che le nostre fabbriche possano avere difficoltà negli approvvigionamenti” ha dichiarato alla stampa locale M. Rafeeque Ahmed, uno dei principali calzaturieri di Chennai. Che aggiunge: “I grandi brand sono ritornati in Cina o hanno preso la strada per Bangladesh, Indonesia e Pakistan”. Se l’export indiano nel 2016 ha accusato un declino del 3,2% (inasprito dal -15% del solo conciato), quello della calzatura nel periodo aprile-giugno (dati CLIA) ha ceduto il 4% (674 milioni di dollari). Una situazione che ha indotto Nazir Ahmed, Ceo dell’azienda calzaturiera Park Exports di Agra, a dichiarare a Reuters: “Abbiamo ucciso la gallina che depositava le uova d’oro”. Ahmed si riferisce alla controversa legge che da marzo ha imposto la chiusura dei macelli privi di permessi. “La Corte suprema ha riammesso il commercio dei bovini – spieha Ahmed – ma la realtà quotidiana è che i vigilantes hindu continuano ad essere attivi e nessuno vuole rischiare la vita per trasferire le mandrie”. Secondo Reuters, che ha ascoltato sei calzaturifici e due conciatori, da marzo un terzo dei lavoratori del settore, gestito dai musulmani, ha perso l’impiego: “Non ho più pelli – ha dichiarato uno di loro, protetto dall’anonimato – alcuni la importano, il che significa ridurre i margini a zero”. (pt)