Il futuro delle sneaker? In 3D. Adidas, Nike, New Balance, Under Armour, Reebok, sono alcuni dei grandi nomi della calzatura che hanno deciso di adottare la tecnologia della stampa 3D per i propri prodotti. Il materiale sintetico prodotto con le stampanti di nuova generazione, infatti, consentirebbe di realizzare sneaker dalle altissime prestazioni tecniche. Adidas ha puntato su Futurecraft 3D, scarpa da corsa stampata in tre dimensioni e completamente personalizzabile. Nike ha puntato sulla personalizzazione estrema con l’introduzione della NikeiD. New Balance ha lavorato sulle suole con la Schiuma Zante, un materiale di produzione propria utilizzato per realizzare l’intersuola in sostituzione del processo di stampaggio a iniezione della schiuma. La statunitense Under Armour ha lanciato la propria linea di scarpe stampate in 3D a produzione limitata e quella da allenamento ad alte prestazioni UA Architech, dotata anche in questo caso di intersuola frutto della stessa tecnologia. Ultima in ordine di tempo a puntare sulla stampa in 3D con materiale liquido: Reebok. Il colosso statunitense aprirà una fabbrica ad hoc a Lincoln, la Liquid Factory, riportando così sotto la bandiera a stelle e strisce la produzione. Il 3D cambia dunque anche il modello di business, determinando la riduzione dell’outsourcing verso i Paesi asiatici. Per ora la fabbrica di Lincoln produrrà le “Liquid Speed” (nella foto), calzature basate sull’energia di ritorno portata dalla suola e dall’allacciatura, stampate in un pezzo unico, ma nel prossimo futuro sperimenterà altri processi di stampa alla ricerca di una personalizzazione spinta. La corsa al 3D non è, però, una prerogativa a stelle e strisce. In Italia, il Politecnico Calzaturiero della Riviera del Brenta ha avviato a settembre il FFlab, laboratorio digitale che dà spazio alle nuove tecnologie di stampa e scansione 3D. I componenti delle calzature vengono progettati in formato elettronico con tecnologia CAD 3D e quindi stampati in 3D con la German x400 PRO V3 fornita da 3DZ. L’altro metodo utilizzato è il Reverse Engineering, attraverso il quale si ottiene un file digitale scansionando un modello reale che potrà così essere modificato e ristampato. (art)
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