È un gioco di specchi. Da un lato c’è una holding che disinveste nello sportlife per “concentrarsi sulle attività di lusso”. Dall’altro una grande griffe familiare dell’alto di gamma, da dove giurano che “non venderanno mai”, ma che da una partecipazione potrebbe ritrovare slancio. Tanto basta agli analisti di Equita, società di consulenza finanziaria, per scrivere in un report che le strade del gruppo Kering e di Salvatore Ferragamo potrebbe incrociarsi con reciproco vantaggio. Fin qui siamo nel regno delle idee. Molto concreto, invece, è l’effetto dell’annunciato disinvestimento della famiglia Pinault in Puma: il titolo del brand sportivo, scrive il Sole 24 Ore, nella settimana che ha seguito la comunicazione dello spinoff ha perso il 6,7%, per un saldo di -13% dall’inizio dell’anno.
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