Il Tribunale del Riesame rivede le misure per la cosiddetta “banda delle borse fake“. E ridimensiona le limitazioni alla libertà imposte a 7 dei 21 indagati per la presunta commercializzazione di pelletteria di lusso tarocca. Di banda, quindi, non si tratterebbe. Per loro gli inquirenti avevano chiesto e ottenuto la custodia ai domiciliari, ma ora il Riesame ha rivisto le ipotesi di reato.
L’operazione
A settembre 2019 la Guardia di Finanza di Lucca aveva eseguito 7 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, tra cui anche imprenditori del settore pellettiero. Nell’operazione era incluso anche un maxi-sequestro di oltre 50.000 accessori per un valore stimato in 5 milioni di euro. I loghi erano quelli più prestigiosi del mondo della moda: da Gucci a Hermès, da Louis Vuitton a YSL, da Celine a Ferragamo.
La revisione delle ipotesi di reato
Adesso, come riporta lanazione.it, il Tribunale ha rivisto le accuse facendo cadere quella di “associazione per delinquere finalizzata alla riproduzione di pelletteria d’alta moda”. Il GIP Giampaolo Boninsegna ha, quindi, ridimensionato le misure cautelari lasciando in essere solamente l’obbligo di restare nella Regione per 7 indagati.
Leggi anche:
-
Lucca, sgominata la banda della borsa fake: sequestro da 5 milioni
-
GdF sequestra 1.600 borse fake dopo la denuncia di Bottega Veneta
-
Contraffazione: associazioni di Confindustria Moda in prima linea