A dicembre l’export brasiliano di calzature ha ceduto sia in volume (-3,8%) che in valore (-8,7%). Malgrado la frenata nell’ultimo mese, il bilancio del 2017 rimane ampiamente in area positiva: il Paese sudamericano ha venduto all’estero oltre 127.000 paia per 1,09 miliardi di dollari, cioè su base annua +1,2% in volume e +9,3% in valore. Abicalçados, l’associazione nazionale di categoria, esulta: è il miglior risultato finanziario dal 2013, quando l’export è valso 1,095 miliardi. Il presidente Heitor Klein, che definisce “eroica” la prestazione dei calzaturieri brasiliani, sostiene in una nota che i risultati sarebbero potuti essere anche migliori, non fosse stato per le incertezze valutarie: “Abbiamo iniziato l’anno con un prezzo medio di 7 dollari, e abbiamo finito a 9.” C’è anche un tema legato alla competitività del Paese (“i nostri concorrenti sono più avanti in termini di logistica, costi di produzione e fisco”). Ma la questione del prezzo rimane centrale perché il primo cliente della calzatura brasiliana, gli USA, è “sensibile” al tema e reagisce rapidamente alle variazioni: nel 2017 gli acquisti di Washington sono calati del 14% medio.
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