“Tutte le tensioni ricadono sul terzista. Non è una lamentela, ma è un dato di fatto, visto che la nostra attività è assemblare 50 prodotti”. Lo dice chiaro e tondo a La Conceria numero 9 Marco Binotto di Bimac, calzaturificio con sede a Gargallo (Novara). La sua non è una preoccupazione isolata, of course. Anzi, è trasversale alle piccole e medie imprese della moda, che devono rispondere a tutte le sollecitazioni di mercato: da quelle legate ai tempi di produzione e consegna, fino alla questione del rialzo dei costi energetici.
Se tutte le tensioni ricadono sul terzista
Il numero 9 de La Conceria (“Il Tempo che Vorremmo Avere”) accende i riflettori sulla questione del time-to-market nel 2022. Quando, cioè, l’efficienza della globalizzazione è alle prese con una crisi della logistica senza precedenti. Ne parliamo dalla prospettiva delle concerie. Ma anche da quella delle aziende manifatturiere. Sul magazine, la cui lettura è riservata agli abbonati, registriamo la testimonianza di Andrea Maroni e Matteo Amaolo del calzaturificio Mirial (Casette d’Ete). Di Enrico Paniccià, titolare del calzaturificio Giano di Torre San Patrizio (Fermo) e CEO di Woolrich Footwear. Di Carlo Esposito di Enjoy Italia di Solofra (Avellino). Nonché di Luca Bortolami, CEO di Tigamaro, e di Paolo Mattiozi della pelletteria Studio Immagine di Porto Sant’Elpidio (Fermo).
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