Nulla è più definitivo del provvisorio, recita l’adagio. E la guerra in Ucraina, che doveva essere “lampo” nelle intenzioni del Cremlino, da febbraio 2022 è diventata uno degli elementi della cornice (assai incerta) in cui operano le imprese della moda. Con tutte le conseguenze che può avere un conflitto armato. Le vittime, i bombardamenti e la minaccia nucleare, in primis. Ma anche le tensioni diplomatiche sull’asse Est-Ovest (inclusi pacchetti di sanzioni sull’export di beni e import di materia prima) che stravolgono le consuete dinamiche del mercato. Chiudendo, di fatto, Mosca alle griffe del lusso. Ma aprendo inaspettate opportunità a quelle del premium.
Le conseguenze delle sanzioni
Ne parliamo in “sanzioni”, mensile n. 4 – 2023 del magazine La Conceria. Con Flavio Sciuccati, senior partner e direttore della divisione Global Fashion Unit di The European House – Ambrosetti Group, facciamo il punto sulle strategie delle PMI italiane che possono ancora operare in Russia perché con un prezzo medio inferiore a quello bloccato dalle sanzioni. Dalla viva voce degli imprenditori, come ad esempio Lorenzo Salvatelli (Pelletteria Carlo Salvatelli) e Marino Fabiani, raccogliamo la testimonianza di chi in area CSI è attivo. Con i dati di UNIC – Concerie Italiane e l’esperienza di Gabriele Pucci di Puccipell, di converso, comprendiamo la dinamica delle importazioni di pelli dalla Russia (anche queste sottoposte a sanzioni, ma condizionate di più dalle fluttuazioni monetarie). Tetyana Izovit dell’associazione di imprese Ukrlegprom ci racconta invece in che modo la manifattura moda ucraina tiene testa alle difficoltà della guerra. Su La Conceria n. 4, a proposito di sanzioni, facciamo il punto anche su quelle che riguardano l’Iran. Mentre, rovesciando la prospettiva, troviamo spazio anche per parlare di protezionismo.
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