Non si può parlare di tregua, ma di raffreddamento magari sì. La trade war non piace alla pelle cinese, che per adesso ha schivato il primo colpo, ma che aspetta con ansia le novità dei prossimi mesi. E non piace neanche tanto nel Vecchio Continente. Da Bruxelles annunciano la dilazione dell’entrata in vigore dei “retaliatory duties” sui beni di importazione statunitense: la premessa perché, magari, si eviti l’escalation nell’interscambio dei prodotti moda.
La trade war non piace
Malgrado dicano tutti, il presidente USA Donald Trump (in foto) e chi gli si oppone, che le schermaglie della guerra commerciale servano a tutelare gli interessi delle economie nazionali, non si registrano moti di entusiasmo davanti alle restrizioni agli scambi internazionali. L’associazione cinese della pelle (CLIA) è contenta, scrive ILM, che Pechino abbia escluso la materia prima conciaria e conciata tra i beni statunitensi da sottoporre a dazio. Per ora. I bottali della Repubblica Popolare sono i primi clienti delle imprese a stelle e strisce rappresentate da LHCA: difficilmente sulle due sponde del Pacifico un sovrapprezzo in dogana si trasformerebbe in una risorsa per le fabbriche.
La prudenza europea
Neanche nei Paesi dell’Unione Europea si vive grande entusiasmo di fronte alla prospettiva della guerra commerciale con gli Stati Uniti. La BCE ha parlato di una prospettiva di contrazione dello 0,3% del PIL comunitario di fronte ai dazi USA, che diventerebbe dello 0,5% se l’UE rispondesse con la stessa misura. Il commissario comunitario al Commercio, Maros Sefcovic, in audizione in commissione Trade all’Eurocamera ha spiegato che solo dopo l’imposizione delle tariffe statunitensi sull’import europeo (2 aprile) Washington avvierà i negoziati per ridefinire le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico. Per dare tempo al dialogo di essere efficace, la Commissione UE ha deciso di rinviare l’entrata in vigore della prima parte delle sue contromisure dagli inizi alla metà di aprile. Due settimane di respiro. Che cosa accadrà dopo, però, è una storia ancora da scoprire.
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