Allevatori e conciatori del Bangladesh tornano in tensione. Da lunedì 19 a venerdì 23 luglio avrà luogo Eid-ul-Adha che, anche quest’anno, come nel 2020, deve fare i conti con la pandemia e alcune nuove restrizioni. Queste ultime mettono a rischio non solo le macellazioni rituali, ma anche il recupero delle pelli, con la possibilità crescente che marciscano in strada. In Pakistan, invece, le ultime notizie raccontano della drammatica carenza di gas che sta mettendo in ginocchio l’attività delle concerie. Mentre in India la speranza di veder sorgere il nuovo parco industriale di Jangaon tramonta definitivamente.
Bangladesh
La pandemia rialza la tensione in Bangladesh. Il governo ha stabilito un nuovo lockdown di 7 giorni per contenere i focolai, ma questo spaventa gli oltre 12 milioni di allevatori del Paese in vista di Eid-ul-Adha, la festa sacra in programma dal 19 al 23 luglio, che pesa sul mercato del bestiame per circa 49 milioni di euro. Le chiusure, come sottolinea dailyindustry.news, potrebbero limitare le macellazioni, ma anche determinare un calo del prezzo della carne al punto da non permettere agli allevatori di coprire le spese. Nonostante ciò, sicuramente migliaia di animali saranno abbattuti. Il rischio, come evidenzia thedailystar.net, è di rivedere scene come quelle del 2020 (ma anche del 2019,) quando migliaia di pelli venivano conferite alle discariche o, peggio, lasciate marcire a terra.
Pakistan
In Pakistan, invece, il problema è la carenza di gas. Come riporta brecorder.com, il presidente di PTA (Pakistan Tanners Association), Abdul Salam, ha esortato il il governo locale a garantire la fornitura di gas 24 ore su 24, 7 giorni su 7 al distretto di Korangi. Salam ha avvisato che le imprese sono completamente prive di fornitura di gas, cosa che blocca o rallenta la produzione e di conseguenza sta facendo sfumare gli ordini.
India
In India, intanto, sfuma il Mega Leather Park che doveva sorgere nel villaggio di Station Ghanpur, nel distretto di Jangaon. Progetto che, dopo 5 anni, è ancora bloccato in un limbo burocratico. Come racconta newindianexpress.com, il progetto potrebbe dare lavoro a circa 25.000 persone. In base alle ultime notizie, però, l’iter burocratico sarebbe in stand by e le sovvenzioni del governo locale non sarebbero mai state deliberate. Così l’area è diventata una discarica per gli abitanti dei villaggi vicini.
Leggi anche: