Il settore degli accessori metallici per la moda e il lusso sta emergendo come uno dei più in difficoltà. Lo sciopero da Metalplus di Scarperia e San Piero (Firenze), dove il 22 aprile le rappresentanze dei 249 addetti hanno espresso preoccupazioni sul loro futuro, è solo l’ultimo episodio. In Toscana, così come nelle Marche, diverse aziende del settore sono in cassa integrazione. Mentre le PMI hanno terminato gli ammortizzatori sociali e, quindi, stanno licenziando.
Lo sciopero da Metalplus
La situazione della Metalplus non è certo unica e isolata. Rispecchia lo stato di salute di un settore messo a dura prova dalla consistente riduzione della produzione che dura dal secondo semestre del 2023. A farne le spese sono soprattutto le aziende mono-committenti. Alla Metalplus è in vigore fino ad ottobre il contratto di solidarietà. Inoltre, secondo le organizzazioni sindacali l’azienda non avrebbe ancora ultimato l’erogazione della tredicesima mensilità del 2024. Dovrebbe farlo entro la fine del prossimo mese di maggio. “Tutto il comparto degli accessori – afferma a La Nazione Antonio Puoti di FIOM CGIL – continua a risentire della crisi del settore. Sono diverse le aziende in cassa integrazione, e ancor più in difficoltà sono le piccole azienda artigiane, che hanno minori ammortizzatori sociali e in molti casi li hanno già esauriti”. Alcune micro e piccole azienda hanno già chiuso.
Non solo in Toscana
Anche nelle Marche sono segnalate situazioni di difficoltà, affrontate a volte con lo snellimento del personale e con gli ammortizzatori sociali. “In alcuni casi si è passati in poche settimane da una situazione in cui i ritmi produttivi erano elevati ad un’altra opposta, con pochi ordini e un basso livello produttivo. Di pari passo con quello che è accaduto a tutto il settore lusso” afferma Alfonso Cifani, responsabile della AST CISL Fermo. (mv)
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