Ci siamo. Il prodotto pelle e moda fa ufficialmente capolino nella guerra commerciale tra le due sponde del Mediterraneo. Il 22 giugno sono entrati in vigore i dazi sull’import in Europa di alcune categorie di prodotto dagli USA. L’Unione Europea ha approvato la misura in risposta, o meglio in reazione, alle tariffe di Washington su alluminio e acciaio del Vecchio Continente. “Non avremmo voluto arrivare a tanto – è il senso del commento affidato a una nota dal commissario europeo al Commercio, Cecilia Malmström –, ma le decisioni unilaterali degli Stati Uniti ci hanno obbligato. Se loro tornano sui propri passi, ritireremo anche noi i dazi”. Tra le categorie di prodotto sottoposte a nuove imposte sull’import (tra il 10% e il 25%) ci sono anche alcuni tipi di accoppiature e di calzature per uomo e donna. Proprio quello che il sistema moda italiano temeva e che Confindustria non auspicava. I dazi potrebbero, nella migliore delle ipotesi, avere l’effetto deterrente che augura Malmström. Ma potrebbe anche esasperare i toni e compromettere le possibilità di crescita degli interscambi commerciali. Ne giorni scorsi il Wall Street Journal riportava l’intenzione dell’amministrazione Trump di inasprire le misure restrittive all’import di prodotti hi-tech dalla Cina: le premesse non sono delle migliori.
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