La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha deciso di revocare il provvedimento di amministrazione giudiziaria per Alviero Martini SpA. Il brand, il primo a finire all’attenzione delle toghe meneghine nell’ambito delle indagini sul caporalato nella filiera dell’alta moda, è stato sottoposto alla misura lo scorso gennaio. Alla luce dell’impegno dimostrato e dei risultati raggiunti, le stesse toghe hanno ora deciso di restituire la società alla gestione ordinaria “in via anticipata”.
Via l’amministrazione giudiziaria per Alviero Martini
Il provvedimento che ha colpito Alviero Martini SpA, dicevamo, è stato il primo di una sequela di misure analoghe che hanno poi raggiunto anche Giorgio Armani Operations e Manufactures Dior. Alle società, in sintesi, la Procura non contesta eventuali responsabilità penali, ma una negligenza nei modelli organizzativi che ha reso possibile che fenomeni di caporalato allignassero lungo le relative catene di fornitura. A proposito di Alviero Martini, “il Tribunale ha ritenuto che l’organizzazione e l’applicazione delle procedure relative al controllo fornitori, l’istituzione dell’organismo di vigilanza e la risoluzione del rapporto con un fornitore rivelatosi a rischio in tempi estremamente rapidi sono tutti elementi che danno conto di un atteggiamento positivo”. La società, prosegue il comunicato, “ha saputo reagire nel modo corretto, cogliendo nella misura un’occasione di miglioramento e di rinnovamento”.
Senza danno economico
Nel 2024, oltretutto, i conti di Alviero Martini SpA sono pure migliorati. Gli amministratori giudiziari Ilaria Ramoni e Marco Mistò dicono che “il fatturato è in crescita: c’è stato un piccolo calo nei mesi di luglio e agosto – riporta il Corriere della Sera –, ma complessivamente, rispetto a ciascun mese dell’anno 2023, è in crescita. Le vendite in Italia sono in calo ma quasi compensate dall’aumento del franchising, la crescita del fatturato è data dall’incremento delle vendite estere”.
Foto dai social di Alviero Martini
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