Milano, tavolo in Prefettura per indagare sul caporalato

Milano, tavolo in Prefettura per indagare sul caporalato

Caporalato nel lusso: altri marchi coinvolti? L’ipotesi sarebbe alla base della richiesta del presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, di istituire un tavolo in Prefettura sulla filiera della moda. Nel frattempo, a proposito dei brand già invischiati, Giorgio Armani Operations ha scritto una lettera ai dipendenti con l’obiettivo di rasserenarli circa il loro futuro. Ricordando che l’azienda non è indagata. Mentre gli amministratori giudiziari di Alviero Martini SpA hanno presentato al Tribunale la relazione del loro primo trimestre di attività.

Il tavolo in Prefettura

L’inchiesta sul presunto caporalato delle società del lusso potrebbe ampliarsi. Tant’è che il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia scrive: “Sarebbe opportuno avviare un tavolo che consenta in via ulteriormente preventiva di cogliere le criticità operative degli imprenditori di questo che costituisce un settore di mercato di particolare rilevanza per il sistema economico nazionale”. Lo stesso Roia è uno dei tre giudici che ha ricevuto la prima relazione degli amministratori giudiziari di Alviero Martini, incaricati di ripristinare la regolarità tra l’azienda e la sua filiera produttiva. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, Alviero Martini SpA risolverà uno dei contratti con i fornitori cinesi di Crocolux, azienda di Trezzano sul Naviglio (Milano). Ma più in generale gli amministratori giudiziari Marco Mistò e Ilaria Ramoni evidenziano la collaborazione prestata in questi tre mesi da parte della società di moda. C’è la possibilità che il regime di amministrazione giudiziaria possa essere revocato in autunno, prima dei canonici 12 mesi.

 

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Rasserenare i dipendenti

Nel caso fotocopia che ha coinvolto Giorgio Armani Operations, la novità è che l’azienda ha scritto una lettera ai suoi 1.200 dipendenti. L’obiettivo è fornire alcune precisazioni sul caso (ad esempio che la società non risulta indagata) e di portare serenità nel personale. L’azienda ritiene di avere “da sempre in atto misure di controllo e di prevenzione utili a minimizzare abusi nella catena di fornitura”. Lo riporta Il Giorno. (mv)

In foto (dal Ministero dell’Interno) la Prefettura di Milano

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