Moncler non paga. Non cede al ricatto. Perché dare quello che volevano agli hacker che a fine dicembre hanno aggredito il sistema informatico con “un attacco ransomware” sarebbe stato “fortemente contrario ai valori fondanti” del gruppo. I dati che i pirati sono riusciti a rubare sono, però, ora finiti sul dark web. Come confermano da Moncler, le informazioni riguardano “dipendenti ed ex dipendenti, alcuni fornitori, consulenti e partner commerciali, oltre ai clienti registrati nel proprio database”.
Moncler non paga il ricatto
Da Moncler spiegano anche che “le indagini” sull’attacco dicembrino “sono ancora in corso” e che dello stesso attacco hanno dato “prontamente” notizia a “tutte le autorità competenti, incluso il Garante per la Privacy”. Nel frattempo il gruppo ha “attivato da subito un team di esperti di cybersecurity per affrontare l’attacco illegale”, nonché “ulteriormente rafforzato le misure di sicurezza informatica su tutte le proprie infrastrutture”. Il gruppo si scusa per l’accaduto e “per qualsiasi disagio e preoccupazione questo possa aver arrecato ai propri stakeholder”.
I clienti stiano tranquilli
L’idea che informazioni riservate siano disponibili sul dark web non tranquillizzerebbe nessuno. Ma da Moncler rassicurano almeno i clienti: “Nessun dato relativo a carte di credito ad altre forme di pagamento è stato sottratto – conclude la nota –, in quanto tali dati non sono conservati nei propri sistemi”.
Foto da Facebook
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