Operai Natuzzi ai cancelli dell’azienda (nella foto). Alcune centinaia di aderenti allo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali dopo l’annuncio del piano di riorganizzazione industriale, che prevede l’avvio di 1.726 procedure di mobilità e la chiusura degli stabilimenti di Ginosa e Matera, hanno partecipato stamane a un’assemblea davanti allo stabilimento di Santeramo in Colle, sede centrale del gruppo leader mondiale nella produzione di salotti in pelle (fatturato 2012 pari a 468,8 milioni di euro). A Ginosa e Jesce di Matera, Natuzzi realizza la cucitura delle pelli che rivestono i divani e il loro assemblaggio. Il piano industriale salva invece lo stabilimento di Santeramo e quello di Laterza, dove viene effettuato il taglio delle pelli. “Il gap che attualmente separa i costi industriali di Natuzzi da quelli dei principali competitors stranieri – comunica l’azienda – è tale che gli attuali organici in Italia non sono più sostenibili e tecnicamente non possono più essere gestiti attraverso la Cassa Integrazione Straordinaria, che ha già coinvolto circa 1.450 collaboratori nel 2012, dei quali 674 a zero ore”. Si tratta del momento peggiore per la storia del distretto del mobile imbottito nelle Murge, che dai picchi produttivi raggiunti una dozzina di anni fa, quando contava 520 aziende e 14 mila addetti, è precipitato a 100 unità produttive stimate per seimila addetti, di cui circa 4.500 provenienti dalle attività del Gruppo Natuzzi.
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