“No ai sovranismi”: l’appello di Armani tra dazi, guerre, tensioni

“No ai sovranismi”: l’appello di Armani tra dazi, guerre, tensioni

In una lettera a Repubblica Giorgio Armani lancia un appello alla coesione. In un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche, guerre in corso e la crescente minaccia di nuovi dazi, lo stilista 90enne si fa portavoce di una riflessione urgente sul futuro dell’Europa. Un appello che non solo richiama alla difesa dei valori democratici e della cooperazione europea, ma anche alla consapevolezza di quanto oggi la divisione e la frammentazione possano minacciare la stabilità e la prosperità. “Sentire spinte disgreganti non solo mi rattrista, ma mi spaventa molto. La sete di conquista, la brama di potere non possono che fare grandi danni”.

Le parole dello stilista

Giorgio Armani si rivolge ai lettori con un messaggio di speranza ma allo stesso tempo di allarme: l’UE è l’unica via per evitare l’indebolimento collettivo di fronte alle sfide globali. Al centro della sua riflessione, l’idea che “agire come un corpo solo non cancella l’identità dei singoli stati, ma la rafforza”. L’Unione Europea, secondo Armani, non è solo un’entità economica o politica, ma una realtà di interconnessione che permette di far fronte alle crisi comuni. Il rinforzo dell’identità di ogni singolo stato membro non avviene nell’isolamento, ma nella collaborazione. Questo spirito di solidarietà, per lo stilista, è l’unico antidoto contro i rischi di disgregazione.

 

 

Lo scenario instabile

La lettera di Giorgio Armani arriva in uno scenario internazionale segnato da conflitti armati e politiche protezionistiche che destabilizzano il già fragile ordine globale. Poi la retorica dei sovranismi, che Armani definisce scellerata. Da pacifista convinto, lo stilista sottolinea che solo “l’unità, la cooperazione e la difesa dei principi democratici potranno evitare che la sete di conquista e l’aggressività portino il mondo a un conflitto più grande”. E l’appello finale. “Non disgreghiamoci, rimaniamo uniti, difendiamo i principi democratici”.

Foto Shutterstock

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