Sembra carne, ma non è carne. E allora, non chiamatela carne. COPA e COGECA, le due principali sigle di rappresentanza degli agricoltori europei, riportano l’attenzione sul dibattito relativo al meat sounding. Gli operatori del settore hanno lanciato la campagna di comunicazione Ceci N’est Pas un Steak per stimolare il Parlamento Europeo. L’obiettivo “non è contrastare il mercato di questi prodotti”, ma arrivare a “un regolamento chiaro sulla denominazione”. Il tutto, per tutelare i consumatori, in modo che sappiano chiaramente cosa trovano nel loro piatto. Non deve poter bastare, insomma, aggiungere l’aggettivo “vegano” a un tipo di carne per vendere qualcosa che carne non è.
Non chiamatela carne
La discussione coinvolge il Parlamento Europeo da oltre un anno. Tuttavia, il dibattito per l’introduzione del nuovo regolamento OCM che regola il linguaggio corretto è arrivato all’ennesimo punto morto. Per questo motivo, le due associazioni hanno lanciato la nuova campagna di comunicazione Ceci N’est Pas un Steak. I rappresentanti degli agricoltori chiedono a Bruxelles di valutare attentamente l’impatto e le conseguenze di una tale generalizzazione dei termini che determina, secondo loro, a un marketing ingannevole.
Il commento
“Il settore zootecnico europeo non intende combattere questo sviluppo. Chiediamo semplicemente il lavoro di milioni di agricoltori e lavoratori zootecnici europei sia riconosciuto e rispettato – spiega il presidente COPA e COGECA, Jean-Pierre Fleury -. Non ho paura di dire che quello che vediamo è un caso evidente di dirottamento culturale. Alcune agenzie di marketing lo utilizzano deliberatamente per confondere i consumatori promuovendo l’opinione che sostituire un prodotto con un altro non ha impatto sull’assunzione nutrizionale. Questo percorso è lastricato di buone intenzioni, ma aprirà la porta per altre confuse denominazioni che emergeranno in futuro”.
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