No ai licenziamenti. Sì a una cassa integrazione più flessibile e alla detassazione dei redditi da lavoro straordinario. Più aiuti alle piccole e medie aziende. Sono le proposte lanciate da Patrizio Bertelli, CEO del Gruppo Prada, per salvaguardare la filiera della moda, la produzione di oggi e quella di domani.
No ai licenziamenti
“Parlare di licenziamenti in questo periodo è semplicemente assurdo. Significa rovinare un tessuto produttivo costruito in cinquant’anni” è la sentenza che racchiude il Bertelli-pensiero, espresso in una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
Cassa integrazione più flessibile
Secondo Bertelli, la cassa integrazione deve essere più flessibile e deve durare fino a quando non ci sarà un vaccino disponibile per tutti. In altre parole, “se uno o più operai devono stare a casa perché in famiglia qualcuno ha avuto contatti non sicuri e si deve chiudere un reparto, per far fronte alla produzione abbiamo bisogno che gli altri operai lavorino di più anche ricorrendo agli straordinari”.
Gli straordinari
Gli straordinari, secondo il CEO di Prada, allevierebbero le problematiche di produzione legate alla pandemia. Problematiche che hanno provocato, spiega Bertelli, un calo della produttività aziendale del 20%. Così, per invogliare i dipendenti al lavoro straordinario, l’imprenditore propone un’aliquota fiscale agevolata del 10% per i redditi da straordinari e da incrementi di produttività.
Aiutare le PMI
Il discorso si sposta poi sulla filiera. Bertelli esorta il premier Giuseppe Conte ad “aiutare di più anche le piccole e medie imprese” sulla loro liquidità. “Gli aiuti distribuiti attraverso il sistema bancario non hanno funzionato, a causa di troppe inefficienze, e la catena dei fornitori ne sopporta le conseguenze” conclude il patron di Prada. (mv)
Nell’immagine: a destra Patrizio Bertelli (Imagoeconomica), a sinistra la lavorazione di una calzatura Prada (immagine tratta da pradagroup.com)
Leggi anche: