“Questa stagione vale da sola due mesi regolari di vendite a prezzo pieno”. Negli ultimi cinque weekend, quelli tra la seconda metà di novembre e dicembre, Parigi è stata teatro dalle manifestazioni dei Gilet Jaunes. Mobilitazioni di massa che hanno allontanato dal centro della capitale francese i turisti del lusso e costretto il retail, tanto dei brand italiani della calzatura quanto delle griffe del gruppo Kering, a rimanere chiusi. Che cosa significa rinunciare allo shopping natalizio in una delle capitali mondiali del lusso lo spiega Jean-Philippe Hecquet, ceo di Lanvin, maison che ha tenuto già la saracinesca del suo flagship store degli Champs Elysées negli ultimi tre fine settimana: “È il periodo dell’anno più importante per le vendite – sono le sue parole a The New York Times –: qualcuno potrebbe pensare che le perdite sono coperte dalle vendite online, ma per il lusso i negozi fisici rimangono molto importanti”. Ancora non è possibile fare stime esatte del danno commerciale subito dalla fashion industry a causa delle agitazioni dei Gilet Jaunes. Il ministero delle Finanze riporta che le prenotazioni negli hotel di Parigi sono calate del 25%, spia della fuga dei turisti, mentre French Retail Federation sostiene che il commercio al dettaglio ci ha già perso nel suo complesso un miliardo di euro. Marc Andre Kramel, responsabile Retail per Bain & Co, osserva che essendoci stati disordini anche nelle altre grandi città francesi, e non solo nella capitale, i department store come Galeries Lafayette e Printemps ne subiranno le conseguenze su più vasta scala. Il timore più grande, però, è che i Gilet Jaunes replichino in qualche modo l’effetto sulla città del terrore del 2015: “Per la Francia come brand, per il suo ruolo di player del lusso – ha spiegato Kramel a NYT –, motivo per il quale molti turisti visitano il Paese, sono tempi snervanti”.
Parigi, i Gilet Jaunes costano un miliardo al retail. Da Lanvin: “Dicembre vale due mesi: l’online non argina le perdite”
