Questo procione non si può importare. Il “bottino” del Gruppo Carabinieri Forestale di Firenze è cospicuo: 2.400 capi, tutti foderati da pelliccia di procione, sottoposti a sequestro, per un valore di mercato di circa 160.000 euro. A fare le spese dei controlli del 17 novembre sono 4 aziende gestite da cittadini cinesi dell’area industriale di Osmannoro (Sesto Fiorentino), importatrici di pellami dalla Repubblica Popolare. I sospetti dei militari sono sull’origine dei materiali: stando al comunicato dell’Arma, le aziende avrebbero violato la legge che proibisce, pur a fronte di timbro Cites, l’import di pellami esotici “da Paesi che non assicurano l’assenza di torture per la cattura, l’allevamento e l’abbattimento degli animali”. Il procione, per l’appunto, è insieme a coyote e lince tra le specie tutelate, mentre la Cina è nella black list delle origini. Alla titolare di una ditta è stata contestata anche la frode in commercio per le caratteristiche dei prodotti e l’errata etichettatura.
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