Le vendite della Compagnie Financière Richemont nel primo trimestre dell’anno fiscale sono aumentate del 12% a cambi effettivi e del 9% a cambi costanti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In questo modo il gruppo elvetico del lusso è arrivato a raccogliere oltre 3,7 miliardi di euro. La società ha dichiarato in una nota che escludendo i distributori online, le vendite sono aumentate del 6% a cambi effettivi e del 3% a tassi di cambio costanti.
L’importanza della Cina e del digitale
Senza considerare il canale digitale, la crescita a due cifre in Giappone e Asia-Pacifico ha più che compensato le diminuzioni in Europa, Medio Oriente e Africa. In Cina le vendite sono state sostenute da aliquote IVA e dazi doganali più bassi, mentre a Hong Kong i ricavi hanno risentito della relativa forza del dollaro locale e delle recenti proteste di piazza. La società sottolinea come il fatturato del primo trimestre comprenda due mesi di vendite per Yoox Net-A-Porter Group e un mese di vendite per Watchfinder & Co. Entrambi hanno registrato una crescita a doppia cifra nel periodo in esame.
Male la pelletteria
In Europa, le vendite sono state inferiori dell’1% rispetto al trimestre dell’anno precedente. Il buon dinamismo delle maison di gioielleria è stato più che compensato dalla performance più lenta delle altre aree di business (pelletteria compresa), con un andamento contrastato tra i mercati. In generale le vendite di orologi hanno perso il 2% mentre quelle della pelletteria, attività che Richemont accomuna nel segmento “Other”, sono scese del 3%, risultato che comprende anche l’impatto della cessione di Lancel (giugno 2018). Escludendo tale impatto, le vendite sono diminuite dell’1%. Alla buona performance di Peter Millar si contrappone quella meno buona delle altre maison come Dunhill, Alaïa, Chloé, Montblanc. (mv)