Con la riunione del 23 gennaio riparte il Tavolo della Moda, il luogo cioè di incontro tra Governo e attori della filiera. Confindustria Moda, per bocca del presidente Ercole Botto Poala, si dice soddisfatta dell’esito dell’incontro. Dove ha aiutato l’Esecutivo a individuare quattro aree di intervento prioritario.
Ora che riparte il Tavolo
Quali sono le quattro aree? Prima: “Riduzione e stabilizzazione dei costi energetici – risponde Botto Poala –, che non solo hanno causato l’erosione dei margini, ma che con le continue fluttuazioni rendono complesso fissare i prezzi di listino”. Poi: “Riforma del mondo del lavoro a partire dal taglio del cuneo fiscale – continua –, in modo da garantire stipendi più competitivi”. Quindi: “Tutela dell’eccellenza: qualità, originalità e distintività hanno reso la moda italiana vincente sui mercati globali e perciò occorre un sistema di controlli e vigilanza sul settore a tutela dal rischio di contraffazione”. Infine: “Riforma fiscale che promuova una fiscalità amica per investimenti, anche privati, rivolti sia a ricerca e sviluppo su design ed innovazione estetica, sia a innovazione e sostenibilità”.
Nota positiva
“Siamo molto soddisfatti della ripartenza del Tavolo della Moda – è la chiosa che Botto Poala affida a una nota –. Avere un dialogo aperto con le istituzioni è fondamentale per la filiera, che solo così può crescere ed essere competitiva. E per il sistema Paese, perché supportare il nostro settore vuol dire stimolare tutto il territorio italiano”. La fashion industry viene da un 2022 molto positivo dal punto di vista del fatturato (superati i 100 miliardi complessivi), ma anche complesso. Un anno sul quale sono gravati gli aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime. “Le nostre richieste in molti casi necessitano interventi e riforme non semplici da realizzare nel breve periodo – conclude il presidente di Confindustria Moda –. È tuttavia necessario avviare un percorso che permetta una programmazione di lungo periodo e procedere in un percorso di riforme che permettano una maggiore competitività di tutto il sistema”.
In foto (ImagoEconomica) Ercole Botto Poala
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