Nella settimana di cronaca, mentre nel distretto fiorentino tiene banco la decisione dei tedeschi di Hugo Boss di chiudere uno stabilimento di prototipia, ecco arrivare, sempre da Scandicci, un’ottima notizia. I livelli occupazionali, negli ultimi 5 anni, sono cresciuti in modo a dir poco significativo. Peccato, però, che nelle Marche il saldo sia stato esattamente opposto e particolarmente negativo. C’è poi da segnalare e nuovamente sottolineare la presa di coscienza di due importanti testate in relazione al bluff vegan: Vogue e South China Morning Post. E per finire, il nostro mensile: La Conceria di febbraio è dedicata alla drammatica emergenza prezzi trasversale alla filiera.
Scandicci e le Marche
Hugo Boss ha confermato l’intenzione di chiudere a Scandicci, ma anche di non voler abbandonare il made in Italy. Intanto, proprio nella Leathergoods Valley fiorentina, fanno i conti delle assunzioni degli ultimi 5 anni: 3.619. Nella Marche, invece, la calzatura ha perso oltre 1.000 posti di lavoro nel 2021.
Leggi qui il nostro approfondimento:
https://www.laconceria.it/pelletteria/mille-assunti-a-scandicci-oltre-mille-licenziamenti-a Fermo e dintorni/
L’ipocrisia vegan
Vogue e South China Morning Post, finalmente, affrontano con taglio critico il tormentone vegano. Pur con alcune incertezze, arrivano a scrivere sentenze inedite, visti i tempi che corrono. Per esempio (in generale): “Vegano non è necessariamente sinonimo di sostenibile”. Oppure (nel particolare): “Chi sostiene che la moda per essere green debba escludere la pelle, lo fa per i suoi interessi, non certo per l’ambiente”. Era ora.
Leggi qui il nostro approfondimento:
https://www.laconceria.it/sostenibilita/i-media-hanno-capito-che-veg-non-vuol-dire-sostenibile-finalmente/
Il prezzo che paghiamo
Nemmeno il tempo di pubblicare il secondo numero 2022 del nostro mensile, dedicato in modo monografico all’emergenza dei rincari dei listini, che quelli delle griffe, Vuitton in primis, sono tornati ad aumentare i prezzi. Il tema è caldissimo, la preoccupazione è altissima. Dalle materie prime agli ausiliari chimici. Poi l’energia, la logistica e i trasporti. Aumenta tutto al punto che la pandemia non è più il primo fronte di crisi.
Leggi qui il nostro approfondimento:
https://www.laconceria.it/category/archivio-riviste/anno-2022/numero-2-4/
Leggi anche:
-
L’anno dell’ipocrisia veg che non molla e della pelle che s’incazza
-
L’anno del greenwashing che non smette di rintronarci le orecchie