Lo scorso 8 gennaio 2024 si è spento all’età di 88 anni Bruno Lepori, uno dei pionieri della chimica conciaria toscana e nazionale. Nato a Castelfranco di Sotto nel 1936 e residente da molti anni a Santa Croce sull’Arno, nel cuore del distretto del cuoio, Lepori era stato il fondatore nel 1970 dell’azienda chimica Biokimica. In molti lo ricordano come “un maestro nella professione e di vita”. Molto stimato per aver fatto da precursore del settore negli anni in cui la concia ancora non godeva del riconoscimento internazionale che riceve oggi. Grande conoscitore e amante del pellame, il suo motto era: “Le pelli parlano, basta saperle ascoltare”.
Il ricordo della figlia Brunella
“Era figlio di due contadini mezzadri. All’età di 13 anni ha lasciato la famiglia per entrare in conceria e da lì è iniziata la sua carriera come chimico – racconta la figlia Brunella –. Era un autodidatta, ha imparato tutto lavorando grazie alla guida di persone che gli insegnarono quello che sapevano. Di queste nozioni ha fatto tesoro e poi le ha sfruttate per elaborare nuove ricette e soluzioni per la concia della pelle”. Nel 1970 Bruno Lepori lascia la conceria e fonda Biokimica. La realtà industriale successivamente si dividerà nell’attuale LMF Biokimica (dove L sta per Lepori) e in Biokimica Prodotti, fondata in seguito con altri soci, che adesso è diventata Gruppo Biokimica. Ci resterà, con a fianco la figlia Brunella, fino al 2003, quando entrambi decidono di lasciare l’azienda per dedicarsi ad altre attività imprenditoriali.
Un maestro per molti
“Attraverso il suo lavoro mio padre ha aiutato tanti conciatori a mettere a punto molte produzioni. Ha collaborato con moltii imprenditori che col tempo hanno creato industrie solide e tutt’ora importanti. Ha insegnato a tanti tecnici il suo lavoro e li ha supportati nel loro diventare imprenditori grazie alle sue conoscenze e grazie anche alla sua generosità – spiega Brunella Lepori –. Nel periodo della guerra aveva sofferto di tante privazioni e questa esperienza lo portava a cercare di far star bene le persone che aveva accanto. Molti dipendenti della Biokimica tutt’ora mi dicono che lavorare con noi era come stare in una famiglia. E questo è il più grande motivo di orgoglio nel ricordare mio padre”. (mvg)