Ancora proteste contro Montblanc. Dopo lo sciopero organizzato davanti ai negozi del brand prima di Natale a Firenze e all’estero, i lavoratori della filiera toscana che serve il marchio del gruppo Richemont sono tornati a manifestare. Mercoledì 17 gennaio, davanti alla sede della holding a Scandicci, i lavoratori in appalto Montblanc hanno incrociato le braccia per protestare contro le politiche di delocalizzazione della griffe. Al centro dell’attenzione la vertenza contro la revoca delle commesse all’azienda Z Production di Campi Bisenzio che, secondo la sigla sindacale Cobas, mette a rischio licenziamento quasi sessanta posti lavoratori sul territorio toscano.
Tabula rasa della filiera toscana
“Il problema – spiegano dai Cobas – nasce dalla scelta della finanziaria del brand di procedere a un cambio di appalto che non ha garantito la continuità lavorativa a chi da anni lavora nella filiera”. In pratica Montblanc avrebbe scelto di spostare le commesse (non è noto dove o a chi) senza considerare che il cambiamento potrebbe lasciare senza lavoro decine di persone che attualmente hanno esaurito gli ammortizzatori sociali della cassa integrazione.
Appello per un tavolo di crisi
I sindacati criticano le scelte di Montblanc, che mettono in pericolo il futuro dei lavoratori di Campi Bisenzio, in attesa di una possibile lettera di licenziamento. E denunciano anche lo “sfruttamento” della filiera. Ad infiammare ulteriormente gli umori di chi teme di perdere il posto di lavoro sono i risultati finanziari della griffe. “I dati del primo semestre 2023 di Richemont hanno messo in evidenza un utile molto importante” lamentano i Cobas. Mentre la mobilitazione continua, i lavoratori hanno chiesto alla Regione Toscana di convocare un tavolo plenario con tutte le società coinvolte. (mvg)
Foto delle proteste dicembrine dai social
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