Si dimenticano del CITES: è caos. Il pastrocchio burocratico sulla Forestale blocca le riesportazioni di pelli esotiche

Per riesportare verso i Paesi extra UE le pelli esotiche e di specie protette, quelle cioè rientranti nella convenzione CITES, è necessaria l’autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole, che allo scopo si è sempre servito del Corpo Forestale dello Stato. Peccato che dal primo gennaio la Forestale non esista più per effetto del decreto legislativo 177/2016: il suo personale è confluito in gran parte nei Carabinieri. Nell’Arma, però, non sono state ancora effettuate le nomine per definire i nuovi responsabili delle pratiche CITES. Il risultato è che a quattro mesi dalla pubblicazione del Decreto Legislativo e a circa due settimane dalla sua entrata in vigore, le riesportazioni delle pelli esotiche, e dei prodotti con queste confezionate, sono bloccate, senza che da Roma, oltretutto, arrivino indicazioni sui tempi di soluzione del problema. Per le aziende la frittata è già fatta. Le concerie, i calzaturifici, i pellettieri e i pellicciai perdono ordini e incontrano difficoltà nell’inviare prodotti ai clienti e campionari alle fiere. In sintesi: hanno un pesantissimo danno economico per via di una banale impasse burocratica. Per capire quanto la questione sia paradossale, basta dire che da circa un anno e mezzo, cioè da quando l’accorpamento della Forestale ai Carabinieri ha preso forma, le associazioni di categoria hanno fatto presente ai Palazzi romani le possibili criticità della riforma. Ma non sono state ascoltate. Al punto che la riforma è ormai passata da un pezzo, ma il ministero non ha neanche aggiornato il materiale di cancelleria. (rp)

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