“Noi fornitori stiamo peggio dei calzaturifici che hanno a disposizione un ventaglio più ampio di strategie aziendali. Noi invece possiamo solo seguire le loro, con la speranza che tornino a produrre in Italia o quantomeno in Europa”. Lo afferma Ottorino Torresi, titolare della Gommar di Morrovalle e presidente della sezione accessoristi di Confindustria Macerata. Il 2012 è stato un anno difficile e per il 2013 Torresi vorrebbe un bel regalo: che la produzione di scarpe trasferita in Cina negli anni scorsi, ritorni in Europa. Non è un’utopia perché di casi del genere se ne sono già verificati. Sarebbe l’unica possibilità di rilancio, sotienee Torresi, perché l’applicazione del loro prodotto ad altri settori pare inverosimile: “Realizzare prodotti in gomma per uso alternativo alla calzatura oggi è praticamente impossibile: spesso occorrono nuovi macchinari, quindi notevoli investimenti, e anche nuovi mercati con relativa clientela. Francamente non è il momento di fare simili scommesse. Dobbiamo puntare sulla qualità, con ricerca e innovazione che diventano strumenti essenziali ma a volte non sono sufficienti per restare a galla”. La contraffazione resta un altro nodo del settore. “I fondi si brevettano ma si copiano ugualmente. Però sono brutte copie, come le scarpe. Il design e la forma ad esempio, possono essere identiche alla suola originale, ma la qualità del prodotto non è la stessa. Come la scarpa: a prima vista sembra perfettamente identica alla originale ma poi, da vicino, quella copiata, magari fatta in Cina, si vede subito”.