Tapestry contro FTC: un legal thriller che può far male a Kors

un legal thriller che può far male a Kors

Il marchio Michael Kors è diventato protagonista (o forse, suo malgrado, vittima) in tribunale nella battaglia legale tra Tapestry e FTC. La Federal Trade Commission vuole impedire la fusione tra Tapestry e Capri Holdings e davanti al giudice ha mostrato alcune immagini che la dirigente di Tapestry Elizabeth Harris ha inviato nel 2022 al suo CEO Joanne Crevoiserat. Oggetto: un certo modo di studiare il presente e ipotizzare il futuro di Kors. FTC ha chiamato a testimoniare anche il CEO di Michael Kors, Cedric Wilmotte, che, forse, si è sbottonato un po’ troppo. Un vero e proprio legale thriller che potrebbe far male a Kors (nella foto, tratta da michaelkors.it) e alla sua reputazione, a partire da quella manageriale.

La ricerca di Tapestry

FTC punta a dimostrare che la fusione da 8,5 miliardi di dollari tra Tapestry e Capri Holding nuocerebbe ai consumatori per mancanza di concorrenza nel segmento del lusso accessibile. In particolare, per quanto riguarda le borse. Nel secondo giorno del processo, FTC ha proiettato in aula alcune immagini di una ricerca che Harris ha inviato a Crevoiserat nel 2022. “Negli ultimi due anni, il prezzo di Coach è stato in media di 147 dollari, superiore a quello di Michael Kors”, si legge nel titolo della presentazione, lasciando intendere che ci sarebbe spazio per un aumento del prezzo medio unitario retail di Michael Kors. Un’altra diapositiva mostrava invece il suggerimento che Tapestry, se avesse acquisito il marchio, avrebbe potuto ridurre i livelli di sconto sui prodotti Kors.

 

 

Un legal thriller che può far male a Kors

Sorprendenti – e degne di una scena da legalò thriller – sono state alcune dichiarazioni rese in aula dal CEO di Kors. Wilmotte, interrogato sia da FTC che dall’avvocato di Tapestry, ha affermato che gli sforzi di rilancio di Michael Kors sono stati finora insufficienti. Non solo: gran parte del piano di restart del marchio è in sospeso e che Tapestry sarebbe più adatto di Capri per proseguire e completare il lavoro. In tribunale sono state rivelate anche alcune mail private, comprese quelle che Wilmotte inviava a sua moglie. In una di queste c’è un’aspra critica verso la strategia del marchio di applicare sconti ai prodotti per mantenere il livello di fatturato. Si cita un certo “JI” che potrebbe essere John Idol, CEO di Capri Holdings a cui Wilmotte riportava (fonte WWD). “Stiamo effettivamente rallentando molte iniziative che volevamo portare avanti” ha detto Wilmotte. “No, non siamo più in linea con il piano. Credo che Tapestry sia meglio attrezzata per affrontare la transizione”. Chissà cosa dirà Michael Kors in persona davanti ai giudici nei prossimi giorni… (mv)

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