Fashion Usa, mai così male. Dall’inizio dell’anno sono ben 9 i brand del fashion (produzione e retail) che per cercare delle soluzioni finanziarie e proseguire l’attività hanno aderito al Chapter 11, la forma di amministrazione controllata prevista dal Diritto Commerciale statunitense. L’analisi è di Footwear News, che ha stilato l’elenco delle aziende in crisi che stanno riempiendo i faldoni dei tribunali USA ad un ritmo senza precedenti negli ultimi due anni. Hanno aderito al Chapter 11 The Limited il 17 gennaio, Luke’s Locker il 24 gennaio, Shoes.com e Wet Seal il 2 febbraio, Eastern Outfitters il 5 febbraio, MC Sports il 14 febbraio, BCBG Maz Azria Group il 28 febbraio, Gander Mountain il 10 marzo, Gordmans il 13 marzo. Complessivamente sono interessati almeno 600 punti vendita e circa 5.000 dipendenti. Siamo ancora lontani dal ricorso al Chapter 11, ma a preoccupare gli USA ci sono anche le traversie di due big. All’orizzonte di Neiman Marcus, retailer della calzatura premium sommerso da 4,7 miliardi di euro di debiti, ci sarebbe un compratore. Secondo il Wall Street Journal del 14 marzo, il canadese Hudson’s Bay, che ha rinunciato all’acquisto di Macy’s senza per questo abdicare al progetto di espansione negli Stati Uniti, avrebbe avanzato un’offerta per la fusione con un altro brand del suo universo, Saks. Secondo Reuters, in attesa di un matrimonio d’affari i vertici di Neiman Marcus hanno chiesto l’aiuto dell’istituto di credito Lazard per consolidare la situazione finanziaria. Non hanno più voglia di aspettare, invece, i circa 200 fornitori cinesi di Payless che a Xiamen, in segno di protesta per i ritardi nei pagamenti, hanno provato a impedire che i container con le calzature per il brand partissero alla volta degli USA. Secondo la stampa asiatica, Payless ha un debito di circa 100 milioni di dollari verso un supplier di Taiwan, mentre sarebbero già numerosi i casi di fornitori che hanno dichiarato bancarotta. (mv)
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