Sale l’allarme furti di lusso. Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre nel mirino dei ladri è finito il calzaturificio Pigini-Gucci di Recanati (Macerata). Il colpo, ben programmato, è andato a vuoto proprio perché, dopo il blitz nel calzaturificio Freeland di Fucecchio (Firenze), le guardie giurate hanno alzato il livello di controllo su possibili obiettivi sensibili.
La dinamica del colpo da Pigini-Gucci
Nella notte il 14 e il 15 ottobre, dicevamo, una banda di ladri ha sfondato due muri della falegnameria, priva di allarme, confinante con Pigini. I malviventi hanno azionato un carrello elevatore della stessa falegnameria per sfondare il muro perimetrale e accedere al calzaturificio. Ma in una manciata di minuti si sono ritrovati braccati da quattro macchine della vigilanza privata e tre pattuglie dei Carabinieri. Per loro non c’è stata altra scelta se non abbandonare il colpo e darsela a gambe nei terreni circostanti. Dalle prime verifiche, oltre agli ingenti danni strutturali, sembra che i ladri non siano riusciti a portare via nulla.
Lavoro di intelligence
Secondo il Corriere Adriatico il colpo è fallito anche perché, analizzando la mappa dei furti in Italia e considerando quello alla Freeland di Fucecchio (Firenze), le guardie giurate hanno ipotizzato che lo stabilimento Pigini-Gucci, così come altre aziende marchigiane della filiera del lusso, potesse essere preso di mira da malintenzionati. Per cui, da diversi giorni, insieme alle forze dell’ordine, avevano aumentato i controlli. Intuizione che si è rivelata corretta. (mv)
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