Un imprenditore italiano e 9 cinesi. 11 aziende e 55 lavoratori irregolari. Un’evasione fiscale contestata pari a oltre 10 milioni di euro. Il sequestro di beni per 4,2 milioni di euro. Sono i numeri che riassumono l’operazione denominata Domino Cinese portata a termine, dopo 2 anni di indagini, dalla Guardia di Finanza di Porto Recanati (Macerata). I denunciati utilizzavano partite IVA di aziende inconsapevoli per fatturare le lavorazioni di orlatura.
Un italiano e 9 cinesi
Il sistema utilizzato per evadere consisteva nel fatturare le orlature di tomaie (in realtà fornite in nero) utilizzando partite IVA di aziende totalmente estranee e inconsapevoli. Non solo: la rete criminale ha autoprodotto anche fatture completamente false per circa 900.000 euro da parte di laboratori gestiti da cinesi. Questi ultimi chiudevano dopo pochi anni dall’inizio dell’attività, senza adempiere agli obblighi fiscali, con il titolare che figurava rientrato in Cina.
Oltre 10 milioni di euro
A scoprire la frode sono state le Fiamme Gialle di Porto Recanati che hanno verificato le scritture contabili e controllato i movimenti dei conti correnti bancari dei sospettati. Un’indagine durata oltre due anni che ha evidenziato i comportamenti irregolari compiuti da 11 tomaifici, alcuni situati anche fuori dalle Marche, che, come riporta Il Resto del Carlino, avrebbero complessivamente eluso oltre 10 milioni di euro di base imponibile, con una evasione IVA di oltre 2 milioni e mezzo di euro. Scoperti 55 lavoratori irregolari con un conseguente omesso versamento di ritenute per oltre 40.000 euro. (mv)
Foto Imagoeconomica
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