Prima di tutto la buona notizia. Dopo i tweet di Donald Trump, che hanno improvvisamente infiammato la guerra commerciale con la Cina, dal Wall Street Journal è rimbalzata l’intenzione di Pechino di abbandonare il tavolo negoziale. La mossa avrebbe significato il definitivo paludamento del percorso di risoluzione delle tensioni internazionali (tanto rilevanti anche per l’area pelle) proprio quando si pensava di essere in dirittura d’arrivo. Secondo l’agenzia ANSA, la situazione non dovrebbe essere così grave. Il vicepremier della Repubblica Popolare Liu He parteciperà all’11esimo round negoziale previsto a Washington il 9 e 10 maggio. Forse dalla Cina non partirà la delegazione di 100 membri utile alla redazione di nuovi trattati, ma a questo punto sembra più importante che il governo asiatico non molli del tutto le trattative.
I danni
L’intemerata del presidente degli USA, però, ha intanto mandato in fibrillazione le borse mondiali, colpendo anche i titoli del lusso. A Piazza Affari le quotazioni di Ferragamo hanno chiuso in calo del 3,04%, così come quelle di Moncler del 2,23%, di Tod’s del 2,58%, di Brunello Cucinelli dello 0,13% e di Aeffe dello 0,51%. Non è andata meglio a Prada che, quotata ad Hong Kong, ha ceduto l’1%. Allo stesso modo, come riepiloga MFF, dopo il tweet di Trump a Parigi LVMH ha perso il 3%, Kering il 2,47% ed Hermès lo 0,55%, Il terremoto azionario non ha confini: a Zurigo Richemont ha visto la propria quotazione perdere l’1,19% e a Francoforte Hugo Boss il 2,6%.
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