Prodotti taroccati venduti online. La Guardia di Finanza di Trento ha arrestato sei persone a capo dell’operazione Agorà, che ha condotto altri cinque individui ai domiciliari e alla chiusura di tre fabbriche nel napoletano. L’indagine è partita nell’aprile scorso, quando la Finanza ha individuato G.A., 51 anni, residente in provincia di Trento e gestore di un negozio di falsi su Facebook con magazzino nel capoluogo campano. Gli investigatori hanno impiegato poco a risalire la filiera del falso. G.A. si approvvigionava in prima battuta da un fornitore, con cui ha poi interrotto i rapporti perché si è rifiutato di sostituire una borsa fake Gucci difettata, e poi da una coppia di Acerra (Napoli), molto più smaliziata, che importava i prodotti da Cina e Vietnam sui quali applicava le etichette dei brand del lusso. Non solo. Alle spalle della coppia acerrana c’era anche la filiera produttiva locale capace di produrre borse su richiesta, acquistando anche le materie prime. La produzione era di circa 160 pezzi al giorno. Come riporta l’Adige, in media il prezzo di una borsa contraffatta viaggiava dai 45 ai 65 euro fino ad arrivare a circa 200 euro per quelle di qualità più alta. Il guadagno mensile netto fruttava alla donna oltre 2.000 euro al mese. Nel corso delle quaranta perquisizioni sono stati sequestrati circa diecimila tra capi di abbigliamento (giubbotti, felpe, magliette e maglioni), accessori (scarpe, cinture, borse e borsette) e marchi tra i quali Moncler, Armani, Prada, Gucci, Fendi, Burberry e Versace. Le fiamme gialle hanno smantellato tre fabbriche clandestine, due a Napoli e una a Volla, dove sono stati sequestrati sei macchinari, attrezzature, materiali, due cliché (Armani e Louis Vuitton), ventuno cellulari, due computer portatili e sette carte prepagate su cui far transitare il denaro. L ‘operazione, condotta dalle Fiamme Gialle di Trento con circa cento uomini, ha coinvolto diverse regioni italiane. (mv)
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