Si confessa uno dei finti acquirenti coinvolti nella truffa delle Birkin di Hermès. Ed emergono i particolari sulle sofisticate modalità messe a punto dall’organizzazione che ha gestito per 4 anni “il meccanismo” che va ben oltre il cosiddetto mercato parallelo. In altre parole, si acquistavano vere borse della maison francese per poi rivenderle a prezzi più che triplicati, guadagnando anche un milione di euro al mese. Il tutto, in nero. Un’attività smascherata a fine gennaio dalla Polizia Giudiziaria di Parigi.
Uno dei finti acquirenti
L’organizzazione reclutava anche persone appena uscite dalle scuole di teatro per interpretare il ruolo di finti acquirenti. Come si legge nell’intervista di Le Parisien a uno di essi, costoro erano spesso stranieri “perché sono solo loro che possono pagare le borse in contanti”. Nella testimonianza, si legge che i falsi clienti ricevevano precise istruzioni sul modello di borsa da comprare e sul modo in cui dovevano vestirsi per recarsi in boutique. Le attrici ricevevano anche una Birkin (falsa, in questo caso) prima di entrare nei vari monomarca francesi Hermès e recitare il copione. Nessun problema per il pagamento della borsa: l’organizzazione malavitosa metteva a disposizione carte di credito o effettuava bonifici anticipati agli attori.
4 su 30
L’intervistato racconta che su circa 30 tentativi di cui è stato protagonista in 4 anni, solo 4 sono andati a buon fine. Il compenso medio percepito per ogni “successo” era compreso tra i 600 e gli 800 euro. Ma si è arrivati anche fino a 13.000 euro quando un finto acquirente è riuscito a ottenere una borsa in coccodrillo da 45.000 euro. Il protagonista dell’intervista sostiene che alcuni addetti alle vendite di Hermès erano coinvolti nel sistema. (mv)
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