Truffa calzaturiera: fatture false per 8,6 milioni di euro

Truffa calzaturiera: fatture false per 8,6 milioni di euro

Fatture false pagate con soldi che finivano poi in Cina e a Hong Kong. Circa 6,2 milioni di euro trasferiti in Oriente con 220 bonifici. Sono coinvolte 150 aziende del settore calzaturiero, la maggior parte gestite da cinesi, con sede in Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio. Ad emettere le fatture per operazioni inesistenti era un’azienda fantasma con sede a San Mauro Pascoli e gestita da un uomo di origini cinesi che risulta irreperibile.

Truffa calzaturiera

Le indagini iniziano nel 2020. Nella filiale di Prato di Extrabanca si insospettiscono per i frequenti bonifici con i quali un imprenditore di origini cinesi trasferisce ingenti somme all’estero. Servivano per pagare importazioni mai avvenute, come rivela Il Resto del Carlino. Le indagini, allora, si allargano. L’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze rintraccia 150 imprese del settore calzaturiero che avevano utilizzato un’azienda cartiera con sede a San Mauro Pascoli, guidata dallo stesso imprenditore che disponeva i bonifici a Prato. Il 95% di queste 150 aziende è gestito da persone di origine cinese. Queste imprese ricevono fatture di acquisto dall’azienda romagnola per operazioni inesistenti. Così facendo riducono i loro utili, versano meno IVA all’erario e pagano il loro fornitore fantasma. Il quale, poi, trasferisce i soldi in Cina e a Hong Kong, sfuggendo al fisco.

 

 

Fatture false per 8,6 milioni

La Guardia di Finanza di Cesenatico, con l’operazione Huarenje (che prende il nome di una diffusissima applicazione in voga in Cina), ricostruisce i movimenti di questa cartiera che, tra il 2019 e il 2020, ha emesso fatture per oltre 8,6 milioni di euro (fonte Il Corriere di Bologna). Il tutto, senza aver mai presentato dichiarazioni dei redditi, dell’IVA e senza aver mai pagato nulla. Il titolare della ditta individuale avrebbe, così, trasferito all’estero, per svuotare l’azienda, circa 6,2 milioni di euro con 220 bonifici, evadendo almeno 4,5 milioni di euro tra imposte, interessi e sanzioni. Indagato per vari reati, non risulta reperibile. (mv)

Foto Shuttrstock

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