UK: rallentamento della crescita, aumento dell’export. La scarpa britannica secondo uno studio ITA-ICE

Secondo un’indagine realizzata da Italian Trade Agency (ITA-ICE), presentata lo scorso 13 luglio durante l’Assemblea annuale dei calzaturieri del Brenta (ACRIB), nel 2016 la scarpa prodotta in Gran Bretagna ha generato un fatturato di 4,3 miliardi di sterline. “Tra il 2012 e il 2017 il settore è cresciuto a un tasso annuo pari al 2,9%” si legge nello studio, che ipotizza anche che per il prossimo quinquennio “il livello di crescita annuale diminuirà e sarà pari all’1,5%, raggiungendo i 4,5 miliardi di sterline di fatturato nel 2022”. La calzatura da uomo in pelle di elevata qualità resta uno dei prodotti di punta e rappresenta il 54,7% delle scarpe vendute dai marchi britannici. Seguono con il 28,2% quelle da donna, con il 14,6% le calzature sportive e il resto del venduto rappresenta il 2,5% del totale. Nella zona di Londra viene prodotto il 33,3% del totale UK. L’East Midlands è un’area di rilevanza primaria per la produzione di elevata qualità, in particolare il Northampshire. dove si realizza il 23,1% della produzione. Ma, “la feroce competizione esercitata dalle aziende estere ha eroso la forza dell’industria britannica delle calzature” spiega la relazione ITA-ICE, al punto che “nel corso del periodo 2016-2017 la domanda interna di calzature è stata soddisfatta quasi interamente da prodotti importati dall’estero”. La british shoe, dunque, vive di export, aumentato “a un tasso annuo pari al 3,7% nel quinquennio 2012-2017” e destinato, in particolare, a Germania, Francia, Irlanda e Olanda.

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