Uno stilista americano ha accusato Givenchy di avergli copiato il design di un cappello in pelle. Tyson Perez, questo il nome del designer, ha sollevato il polverone dopo che il direttore creativo della griffe francese Matthew Williams ha condiviso una foto su Instagram. Nello scatto indossa un cappello nero con due grosse zip. Troppo simile, accusa Perez, ai modelli che lui produce da quasi 10 anni.
Cappello di pelle
“Come è iniziato… come sta andando”. Perez ha condiviso attraverso il profilo della sua azienda, HardWear Style, un post si Instagram (nella foto) per confrontare il suo modello con quello che indossa Williams. “Questo tipo di appropriazione e colonizzazione creativa che compiono i principali marchi europei ai danni dei piccoli designer e marchi di stilisti di colore non è una novità. Questo schifo deve finire – scrive il designer americano –. Non mi interessa se Matthew Williams ottiene visibilità a causa della sua collaborazione con Kanye, Playboi Carti e Kid Cudi. Il semplice fatto che stia usando un design che ho sviluppato, perfezionato e promosso dal 2013 è un esempio dell’oppressione sistemica con cui i creativi di colore hanno a che fare nel settore della moda da sempre”.
Ma un disegno va protetto
“Il confine tra copia e omaggio è difficile da tracciare” spiega la professoressa Eleonora Rosati di Fashion Law London al quotidiano The Guardian. “Non tutte le copie sono una violazione dei diritti legali – continua -. Ciò che viene copiato deve essere protetto affinché ci sia una violazione“. Il punto è chiaro: se non registri il prodotto non puoi dimostrare che, semmai qualcuno abbia copiato qualcosa, lo abbia copiato proprio dal tuo. Questo determinerebbe anche l’impossibilità di citare eventualmente in giudizio il soggetto accusato. Nel caso specifico Perez non parla comunque di cause legali o del ricorso ad avvocati. Ciò che sottolinea è il suo “marchio di fabbrica”: i cappelli in pelle con le zip. (art)
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