USA, altro che protezionismo: ai grezzisti americani i rapporti col Messico piacciono

“Non roviniamo un meccanismo che funziona, e non dite che il Messico è un problema”. È più o meno questo il senso del messaggio inviato da USHSLA, l’associazione statunitense dei grezzisti, all’Office of the U.S. Trade Representative, il dipartimento governativo che ha iniziato le consultazioni con le associazioni di categoria in vista della riapertura dei tavoli negoziali su NAFTA, in calendario per il secondo semestre dell’anno. La posizione dell’amministrazione Trump, eletta all’insegna del motto “America First”, è nota: la Casa Bianca vorrebbe uscire dall’accordo di libero scambio tra USA, Canada e Messico per accelerare il rientro a Washington delle manifatture dislocate negli ultimi decenni soprattutto oltre il confine meridionale. Di diverso avviso è USHSLA, che con una nota firmata dal presidente Stephen Sothmann invoca sì una modernizzazione dell’accordo tesa “alla trasparenza ed efficienza dei rapporti commerciali”. Ma tenendo ben presente il quadro di opportunità che NAFTA ha offerto alla materia prima conciaria a stelle e strisce.  Negli ultimi vent’anni l’industria è cresciuta grandemente grazie a opportunità di export: “Grazie all’integrazione della manifattura dell’automobile negli ultimi anni, le pelli a stelle e strisce sono tra le più impiegate in Messico. Nel solo 2016 il fatturato estero vale 159 milioni di dollari”.

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