Nei primi 4 mesi del 2017 l’export di wet blue statunitense è calato del 4% in volume e del 2% in valore su base annua, con valori assoluti pari a 2,1 milioni di pelli per un fatturato di 198 milioni di dollari. Lo comunica USHSLA, associazione degli esportatori a stelle strisce di materia prima conciaria. Nello stesso periodo, intanto, decolla il fatturato estero delle pelli salate fresche, cresciuto del 19% rispetto al 2016 (503 milioni di dollari) 7,8 milioni di unità (+17%). A determinare il diverso andamento ci sono più fattori, “in primis il comportamento degli acquirenti asiatici, Cina e Corea su tutti – spiega il trader di pelli Francesco Matelli – che sono i primi compratori di salate USA, perché dal costo più basso e più facili da lavorare per le caratteristiche del loro sistema conciario”. Non solo: “Ci sono poi problemi qualitativi di alcune concerie USA – conclude –, dovuti anche a riorganizzazioni interne, che hanno fatto calare alcune linee di interesse”.
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