Non solo Öetzi. Con l’innalzamento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai, stanno emergendo corpi e beni che erano rimasti congelati per secoli, o addirittura millenni. Lo studio di questi antichi reperti provenienti dai ghiacciai in via di scioglimento ha dato origine a un nuovo campo scientifico: l’archeologia glaciale. E la pelle è quasi sempre presente.
Un uomo alla moda
“Prima della scoperta di Öetzi, gli archeologi davano per scontato che gli umani non avessero visitato o attraversato le alte montagne in un lontano passato”, afferma Andreas Putzer, archeologo e curatore presso il museo archeologico dell’Alto Adige a Bolzano. Questo semplicemente perché sembrava troppo difficile. Col passare degli anni lo studio su Öetzi, un uomo vissuto sulle Alpi circa 5.000 anni fa, prosegue. E si studia anche il suo cappello di pelliccia d’orso e il suo cappotto fatto di strisce di pelliccia di capra e pecora nere e marroni. “È caldo e lungo, ed è anche fatto con molta cura. Non è solo funzionale, è anche bello”, sottolinea alla BBC Evelyn Egger, archeologa del museo bolzanino.
Le scarpe in pelle d’orso
Avevamo già scritto di Öetzi e della possibilità che fosse stato il primo conciatore della storia. Ora ci sono degli sviluppi, come aggiunge ancora Putzer sulle calzature dell’uomo venuto dal ghiaccio: “Erano scarpe davvero adatte alle alte montagne, con una suola molto resistente e aderente in pelle d’orso, ed erano imbottite di fieno per il calore”. La tomaia era realizzata in morbida pelle di cervo. Scarpe molto più robuste di quelle che si trovavano nelle comunità che vivevano in pianura o vicine ai laghi. “Scarpe che erano fondamentalmente sandali” spiega Putzer. Lo studio su Öetzi, sugli indumenti e su tutti i resti potrebbe continuare a rivelare altri segreti.
Senza ghiaccio niente reperti
Öetzi ha aperto un mondo, che sta pian piano venendo alla luce con lo scioglimento dei ghiacciai. Ma occorre fare in fretta perché senza il ghiaccio, i reperti si disintegrano presto. Thomas Reitmaier, direttore del servizio archeologico del Canton Grigioni, in Svizzera, sottolinea come i beni nel ghiaccio vengono conservati in maniera eccezionale. “Attrezzi in legno, cuoio, pelliccia e altro, sarebbero marciti in altri luoghi” sottolinea Reitmaier. Tra i ritrovamenti emersi dal ghiaccio, uno dei più curiosi è quello di una giovane donna che indossava scarpe in pelle spaiate e un cappotto da uomo trovata sul ghiacciaio Porchabella in Svizzera e morta intorno al 1685. (mv)
Immagini dal sito web del museo archeologico dell’Alto Adige
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