Baldinini e l’Università di Bologna insieme per la salvaguardia del patrimonio stilistico e artigianale dei calzaturifici. Nonché per la valorizzazione dei beni culturali della moda. La prima fase del progetto ha previsto la ricostruzione dell’archivio storico dell’azienda di San Mauro Pascoli, costituito da oltre 3.000 modelli di calzature, che sono stati datati, ordinati e digitalizzati. Così è stato formato un patrimonio di conoscenza per il futuro.
Il progetto
Nel 2012 l’Università di Bologna ha avviato un progetto di ricerca sul tema degli archivi della moda. E, come racconta il fondatore e presidente Gimmi Baldinini a Panorama, ha incontrato la volontà dell’azienda di valorizzare il proprio archivio storico. Prima sono stati messi in ordine i campioni fisici. Successivamente si è realizzato un database digitale. Poi si sono messi in ordine altri pezzi, come i cataloghi di vendita e le varie pubblicazioni dell’azienda. Tra i pezzi iconici di Baldinini ci sono il sabot e il texano che dal 1984 ha scritto la storia del marchio.
Valorizzare il patrimonio
“Come valorizzare il patrimonio della moda? Continuare a investire in risorse umane che gestiscano e alimentino costantemente l’archivio storico. Il rischio della dispersione nelle imprese di moda è molto elevato” afferma Baldinini a Panorama. L’azienda ora ha un museo aziendale e ha lanciato progetti digitali riguardanti l’archivio con i social.
Case history
L’ateneo felsineo ha premiato il lavoro di conservazione che l’azienda ha portato avanti negli ultimi 30 anni. E ha riconosciuto Baldinini come case history per la conservazione e digitalizzazione dell’archivio storico. Come riporta Fashion Network, l’azienda romagnola sarà protagonista il prossimo ottobre a Ravenna di un convegno dedicato al 75esimo anniversario dell’Unesco sul tema del restauro, conservazione, valorizzazione, digitalizzazione e scienza del patrimonio. (mv)
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