Banca Ifis: UNIC è un caso esemplare di Economia della Bellezza

Banca Ifis: UNIC è un caso esemplare di Economia della Bellezza

Arte e cultura sono strumenti in grado di produrre innovazione in un modo nuovo, più umano e meno formale”. In altre parole, sono strumenti di sviluppo. Partiamo da questa sentenza per raccontare l’evento costruito attorno ad essa. Parliamo della quinta edizione di Economia della Bellezza, piattaforma di cultura d’impresa del Social Impact Lab di Banca Ifis, Kaleidos. Ne parliamo perché uno dei case history approfonditi durante la giornata di studio riguarda UNIC – Concerie Italiane.

 L’Economia della Bellezza

La giornata di studio “Economia della Bellezza: Arte e Cultura asset strategici di competitività” si è svolta ieri (mercoledì 30 ottobre) a Mestre, presso Villa Fürstenberg. Location molto significativa, poiché ospita nei suoi giardini il Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis. E questo ci riporta sul tema della Bellezza (che non salverà il mondo, ma di sicuro lo può rendere un luogo migliore, come dimostra l’impegno della 732 aziende censite da Ifis che investe su queste linee di progetto) e di come – dati alla mano – sia capace di “generare un benessere socioeconomico per le aziende – commenta Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis -. Chi investe in arte e cultura risulta, in base al nostro studio, più performante e competitivo. Portare la bellezza all’interno delle aziende, a beneficio dei dipendenti e di tutti gli stakeholder genera una ricaduta sul benessere della comunità e dei risultati economici”. La Bellezza – rigorosamente con la B maiuscola – va, quindi, “intesa come valore collettivo”.

 

 

La centralità dell’approccio culturale

L’analisi presentata da Banca Ifis, indagando “la relazione tra l’impresa italiana e i progetti di Arte e Cultura”, ha restituito “una visione che rivela il rafforzamento di tale legame”. È emerso “un contesto in cui l’approccio alla cultura non è più avulso dal core business dell’azienda, bensì centrale, poiché stimola il benessere e lo sviluppo umano”. Un approccio che, in questa quinta edizione, è stato esemplificato da 6 progetti d’impresa. Insieme a quelli di Sanlorenzo Yachts, Ferragamo, Pirelli Hangar Bicocca, CCIAA-MILOMB con Triennale Milano, Kartell c’era anche la visione mecenatistica di UNIC – Concerie Italiane.

UNIC è un caso esemplare

“La leadership globale, innovativa e sostenibile della conceria italiana, le impone responsabilità sostanziali – spiega Fulvia Bacchi, general manager di UNIC -. Una è quella di rispettare la propria identità di industria che affonda le radici in una cultura artigianale plurimillenaria da studiare, preservare e valorizzare, trasformandola in uno strumento formativo e di comunicazione ad ampio raggio”. Da qui, si dipana un lungo e traversale elenco di attività culturali e di mecenatismo che dai primi anni ’90 si allunga fino ai giorni nostri. Un elenco che culmina nella partecipazione attiva al restauro della conceria rinvenuta nel 1873 all’interno degli scavi di Pompei e oggi aperta al pubblico. Del resto, lo ripetiamo sempre e ne abbiamo anche fatto un hashtag: la pelle è cultura. Anzi: #lapelleècultura.

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