I Celtiberi hanno vissuto oltre 2.000 anni fa. Ma lavoravano la pelle con una perizia da far invidia agli artigiani contemporanei. In seguito a diverse ondate migratorie, un gruppo appartenente alle popolazioni celtiche scelse come propria casa la Spagna centro-settentrionale. Siamo a cavallo tra il VII e l’VIII secolo aC. È allora che i Celtiberi si insediarono tra Castiglia, Aragona e La Rioja. Domenica 11 luglio l’associazione culturale “Hermanos de Armas” ha raccontato gli usi che questo popolo faceva della pelle, non solo in ambito militare, durante un workshop svoltosi ad Astorga (provincia di León).
Come lavoravano la pelle
I membri di “Hermanos de Armas” hanno organizzato un workshop (nella foto) per raccontare tutti gli usi che i Celtiberi facevano della pelle. Il loro era un approccio molto trasversale. Utilizzavano questa materia prima per ricavare le protezioni da usare in battaglia. Ma la impiegavano anche per le attività quotidiane e ludiche. Come riporta astorgadigital.com, i Celtiberi rinforzavano con la pelle le faretre e gli archi nonché le fodere delle spade e i manici. Perché? Per evitare che il sangue li rendesse scivolosi. La pelle serviva poi per proteggersi dal freddo quando portavano al pascolo gli animali in montagna. Ma serviva anche a difendersi dalle piante velenose. “Oggi alcune talee con rovi o alberi non sono letali – hanno spiegato gli esperti –, ma in epoca preromana queste ferite potevano causare febbri e persino la morte“. La pelle serviva anche per attività ludiche, dicevamo. Come realizzare palle con cui giocare a uno sport simile al calcio. (art)
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